Purchè sia

Ma come fanno quelle persone che, ad un certo punto della vita, decidono di volere una persona accanto?
Una persona indefinita, che nella loro testa non abbia ancora una voce, una faccia, una tridimensionalità, un accento, un carattere, un nome, una città, una storia. Eppure la cercano.
Una persona. Purchè sia.
Questa cosa io non l’ho mai capita.
Non l’ho mai provata.
Io so solo che nella mia vita, quando me ne stavo buona e tranquilla a far le mie cose, a modo mio, poi è arrivata una voce, una faccia, una tridimensionalità, un accento, un carattere, un nome, due occhi, a scombinare tutti, a scombinare me.
Quelli e non altri. Proprio quelli, solo quelli.
Allora sì, ho voluto anche io una persona accanto, ma quella persona.
È diverso.
Non importa come sia andata, che sia stato amore o dolore, ma io ho canalizzato tutto: le energie, le speranze, l’amore, verso due occhi ben precisi, che puntavano i miei.
E sarebbe rivoluzionario che quelli che Purchè sia, provassero cosa significhi essere mirati e allineati con tutti i sensi e le energie puntati verso due occhi.
Non tornerebbero mai più indietro, mai più al Purchè sia, mai più ai desiderio generico, mai più alla frustrazione di volere qualcosa senza sapere cosa.
Ecco, per questo nuovo anno che arriva spocchiosamente tra festeggiamenti, propositi ed aspettative, auguro ai Purchè sia di fare la rivoluzione, di scoprire com’è davvero quella sensazione di formicolio nelle viscere, o, in mancanza di quella sensazione, di riprendersi la propria vita, riempiendola.
Perché l’ amore è bello, ma bastarsi è salvifico.