La panacea

Se doveste pensare ad una folla immensa ed eterogenea per età, razza, orientamento politico o sessuale, uniti in un unico scopo, cosa vi verrebbe in mente?
Un concerto.
La musica.
La musica è la panacea, è il collante, è l’unica cosa che lasci entrare nei tuoi momenti di solitudine, è la soluzione, e l’assoluzione.
La musica tutto può, perchè è di tutti.
E quando si è in un posto e si fa musica, non importa dove o cosa fossi un’ora prima o dove e cosa sarai il giorno dopo: ora sei lì, fai parte di un tutto, insieme a tantissime altre persone che non conosci ma con cui stai condividendo una parte importante di te con lo stesso scambio di empatia.
Ecco perchè ieri il mondo si è svegliato un pò più orfano, perchè Bowie era mio, tuo, di tutti.
Era di chi conosceva il suo repertorio alla perfezione, ma anche di chi ne conosceva giusto qualcuna.
David, Freddie, Amy, Kurt, Michael, sono di tutti, e si sta male, perchè hai la sensazione che qualcosa di caro sia andato via per sempre, che il modo abbia perso l’ennesima chanche di creare il bello, che un altro petalo sia caduto.
Ed i facili snobismi, o il modaiolo cinismo di dire “tutti fans adesso” è fuoriluogo, perchè ognuno ha un personalissimo senso del tributo che sia un silenzio o una canzone.
Ogni volta che ognuno di loro va via, mi assale la sensazione che la musica ci stia lasciando, che resterà storia, che nulla sarà più come prima, ma se c’è una cosa che rende eterni è l’assoluta perfezione dell’arte nelle sue forme più poliedriche.
Loro lo sapevano: la vita l’hanno succhiata, forse vissuta male, ma sapevano che ci sarebbero stati anche dopo, e per sempre.
Può morire l’individuo ma non il suo capolavoro.

2 Comments
  • marco

    20 gennaio 2016 at 20:39

    Valentina,
    condivido le tue considerazioni e penso a quanti altri ci hanno lasciato troppo presto, per restare in casa nostra Pino Daniele, e poi Dalla, De Andrè, Battisti…
    ma la loro arte resta, come resta quella dei grandi
    Napoleone è morto, ma Beethoven vive per sempre…

    • Valentina

      20 gennaio 2016 at 21:55

      Esatto Marco, è proprio quello il senso di tutto.
      Solo i capolavori sopravvivono oltre la fine.
      grazie per essere passato di qui.
      Buona serata