Imperfetti conosciuti
Sono andata al cinema sola, circondata da coppie.
Non abbiamo visto un film, abbiamo guardato una fotografia del nostro tempo.
Per due ore siamo stati lì a guardare scorrere fotogrammi di quel che siamo diventati.
C’è tutto: il tradimento d’amore, il tradimento d’amicizia, l’omofobia, la menzogna, l’erotismo virtuale, gli incroci, i bivi, l’adolescenza accelerata. L’idea iniziale è geniale: una cena tra amici di una vita e una proposta da roulette russa, i cellulari tutti sul tavolo, rispondere alle telefonate in viva voce e leggere i messaggi a mo’ di proclama.
Non se ne esce vivi, non si salva nessuno: crollano i castelli e il pavimento si riempie di frantumi.
La sceneggiatura è un pò forzata, ma i protagonisti, tanto credibili da poterli toccare, te la fanno dimenticare grazie soprattutto al principio di immedesimazione che ti fa salire l’ansia, poi ridere, poi ridere amaro, poi soffrire un pò.
E’ uno spaccato spietato ed inclemente, da cui non usciamo bene, ma ne usciamo umani.
Si, perchè, per quanto ci si sorprenda, è una storia vera che potrebbe essere di chiunque.
Sarà per via del mio consolidato cinismo, sarà che ho problemi di fiducia, sarà che mi ritengo un’attenta osservatrice, sarà che sono single da tanto in un mondo di coppie, sarà tutto questo, ma quello che ho visto stasera non mi ha minimamente sorpreso. Perchè, che si sia coppia, famiglia, amici, genitori, figli, quel che è certo e che ritengo sia importantissimo e sacrosanto, è che si è individui.
E un individuo è fatto sella stessa sostanza della sua storia, dei suoi pensieri, dei suoi desideri, ma soprattutto dei suoi segreti.
Ognuno è una matrioska: tanti livelli uno dentro l’altro, da aprire, da mostrare, da condividere, fino ad arrivare all’ultima, quella piccola e chiusa, un intero indivisibile che è il nostro intimo e che è giusto che resti solo nostro, che non lo si racconti, che sia privato.
Questo non vuol dire che tradire o ferire sia giusto, sia giustificabile; in quello subentrano altri fattori come vigliaccheria o debolezza.
Ma se guardiamo in ognuno di noi, tutti ammetteremmo di avere dei segreti e di non concepire nemmeno di metterli a conoscenza anche delle persone più care ed importanti.
Trovo l’irreprensibilità non credibile, anzi, credo fortemente nella vulnerabilità di cui tutti siamo vittime e dobbiamo esserlo.
A far da spartiacque tra giusto e sbagliato, tra opportuno e meschino, tra gioco e rischio, tra tentazione e dannazione, c’è solo la scelta, e, in quella, nessuno si può sostituire a qualcun’altro.
Nel film Rocco, il marito che una donna dovrebbe augurarsi di avere: umano ma di cuore e istinto, dice ” siamo tutti frangibili, chi più, chi meno”.
Quel vetro soffiato di cui siamo fatti, è chiuso nell’ultima matrioska, quella inviolabile, e trovo sia giusto che rimanga lì, protetto.
Marta Mantovani
7 marzo 2016 at 15:42Cara Valentina, ho letto la tua recensione prima di vedere il film, ora l’ho riletta dopo averlo visto e non posso che trovarmi d’accordo con quello che hai scritto. Ho mandato il link anche a due mie amiche a cui l’avevo letta, volevano rileggerti. Sei riuscita ad interpretare magistralmente l’animo umano in tutte le sue sfaccettature. Ti ho letta (come sempre) molto volentieri e continuerò a farlo. Scrivi in un modo che mi piace molto. Brava Valentina e buona giornata. Marta (Marmant)
Valentina
8 marzo 2016 at 19:02Che meraviglia leggerti qui e sapere che mi leggi.
Io non scrivo bene ma scrivo vero, e questo sito, tra foto e parole è il mio posto nel mondo, e gli amici, cari, come te, sono solo i benvenuti.
Grazie sempre per il segno che lasci sotto le mie timide tracce.
Ti abbraccio forte.
V.