Il vuoto
Il vuoto non è vuoto.
E’ pieno di assenza.
L’assenza della presenza che prima c’era.
L’assenza della presenza che poi ci sarà.
Il vuoto è una fase, una condizione, un posto, uno stato mentale, un attimo che arriva.
Lo crediamo vuoto ed invece racconta, racconta tanto: il prima, il dopo, il durante, il bello ed il brutto che c’è stato.
E’ un posto in bilico fra ricordi ed aspettative, fra quel che è stato e quel che sarà.
E’ un limbo, pieno di vibrazioni, spesso positive, a volte negative.
Se ti concentri, e fai silenzio, e rallenti il respiro, ancora puoi sentire quelle risate, quelle parole, quei respiri che ti riempivano, ma se ti sforzi ancora di più, puoi immaginare quelli che verranno, che colore o timbro avranno, che sussurri saranno.
Il vuoto non è vuoto, è una zona di passaggio tra due pieni, tra due vasi comunicanti, perché la vita è un flusso e i momenti e gli spazi di vuoto servono a far fluire, a lasciar posto al nuovo.
Fosse per noi, molto spesso, i cambiamenti non li accetteremmo mai; nell’ incertezza del nuovo, resteremmo nel conosciuto, ma per fortuna, la vita ha molta più fantasia, e molto più senso del gioco d’azzardo.
E, allora ci mette alla prova, ancora e ancora.
A ricordarci sempre, che niente è detto, niente è definitivo, e che si vive così, reagendo a quel che succede.
E allora forse capisci che quel che ti sembra un vuoto lasciato da qualcosa o da qualcuno, è solo vuoto preparato per qualcosa o per qualcuno, perché tutto scorre, ma noi si resta.