Il bivio
Andare o restare.
Cambiare o continuare.
Cercare o dimenticare.
Fosse facile.
Fosse semplice.
Fosse giusto.
Capita a tutti, continuamente, in ogni ambito, a tutti i livelli.
Perché la vita è un labirinto ed il labirinto, si sa, è fatto di bivi e vicoli ciechi. E illusioni: ottiche, prospettiche, percettive.
E a voi capita, davanti ad un bivio, di sentire le gambe pesanti e le braccia molli?
Di sentirvi stanchi ancor prima di mettere il primo passo?
Anche se la curiosità stuzzica, anche se la voglia c’è.
I bivi sono fatti per quello. Per mettere in conflitto testa, pancia, cuore.
Per far vincere una delle tre parti, per far soccombere le altre due. Che tanto si sa, l’esistenza è il gioco delle parti: oggi vince la testa, domani la pancia, e poi una volta vince il cuore. O il cuore perde.
Perché lui a mezz’aria mai. O è alle stelle o è a pezzi.
E anche quando vince su testa e pancia, rischia di perdere contro sé stesso, contro il rischio che corre, contro la posta che è alta, contro l’amore che è cieco, sordo, ottuso, e, alle volte, un po’ stronzo.
I bivi però, si sa, sono affascinanti, con quella prospettiva centrale alla Kubrick, con quella nebbia in fondo, un po’ film anni ’50, con quel silenzio forte, che ti fa sentire il battito, il tuo battito.