Ma poi

Ci sono cose che vanno fatte
voli che vanno presi
occhi che vanno guardati
parole che vanno dette
e silenzi che vanno affrontati.
Perché la vita non può essere solo quello che lei sceglie per noi, perché noi siamo carne e istinto e impellenze.
Ma le cose più importanti vanno fatte di pancia, richiedono rincorsa e un attimo di panico da vuoto d’aria.
Chè il coraggio senza incoscienza non è vero coraggio, e che una cosa se non ti spaventa un po’, non potrà nemmeno farti felice.
E solo chi ha la capacità di farti felice, può farti davvero male.
Ecco sì, è tutto un gran casino giocato sui contrasti, tutta un’altalena che all’equilibrio non va mai.
Ma forse essere vivi è questo e non altro: il coraggio delle scelte, il costo degli errori, la fatica del percorso.
Si riesce anche ad esistere corazzandosi da un sacco di colpi, standosene un po’ in un angolo riparato a guardare svogliatamente che succede, lasciando che nulla intacchi quell’angolino di vita che ci si è ritagliati e dove brutture e barcolli, sembra ti abbiano dimenticato.
Ma poi.
Poi.
Arriva sempre l’imponderato a fare casino, a scombinare la quiete, a shockarti un po’, a metterti in gioco.
Allora tutto quello che fino ad allora è stato, non vale più: le difese crollano, qualcuno entra o qualcosa turba.
Si vacilla, si trema.
Sta tutto lì il senso dell’esistere: nel tremare, di paura, di emozione, di piacere.
Nelle vibrazioni che qualcuno porta o lascia, nella presenza, nell’assenza.
Nel, silenzio che da pneumatico diventa complottista.