La pausa
Quei momenti in cui gira tutto troppo in fretta, tutto ti scompiglia, tutto ti sposta, tutto ti sbilancia.
Quei momenti in cui le pressioni sono continue e silenti, le peggiori.
Quei momenti in cui tutti si aspettano qualcosa da te, e tu vuoi accontentarli, non deluderli, essere all’altezza.
Loro, dei singoli, che convergono tutti insieme su di te, diventando una folla.
E stare sul pezzo ti diventa difficile, e cominci a far acqua un po’ qui, un po’ là.
E realizzi che, anche quello che ti piaceva, non ti piace più, a causa di modalità e tempistiche, e che ti sei persa un po’, da qualche parte, un pezzettino ovunque.
E che, per ricomporti, non hai bisogno degli altri, ma solo di te stessa.
Sarebbe questo il meraviglioso momento per congiungere le mani, e mettere il mondo in pausa. Tutto fermo, tutto congelato, tutto sospeso, anche gli altri. E tu diventi l’unico essere semovente: lo spazio è tuo, il tempo è tuo, le possibilità sono tue. Puoi far tutto , tutto quello per cui non hai tempo e spesso voglia, o margine.
Puoi far tutto.
E, invece, non fai niente.
Ti siedi e rifiati. Rifiati soltanto, in silenzio e pace, un fiato alla volta.
Ti godi il silenzio, guardi gli altri ignari e immobili, e pensi che sarebbe bellissimo lasciarli così.
E invece, rifiati ancora, sollevi le mani, le unisci e il mondo riparte.
Identico, turbinoso, stressante come prima.
E loro, gli ignari, ricominciano a imperversare e tu, li guardi e sorridi.
Perché non siamo niente senza le persone che abbiamo intorno.