38 nel 2018
Del tempo, ho capito che non ha tempo, non lascia tempo, e tiene il tempo.
Ho capito che lui corre e tu lo rincorri o lo lasci passare, con la sensazione che ne avrai ancora, che ne avrai sempre. Sbagliando.
Del tempo, ho capito la democraticità e l’ineluttabilità.
Del tempo, ho capito la spietatezza e la clemenza.
Del tempo, ho capito che l’ho capito, che non lo spreco, che lo riempio, che tracima, che lo rimpinzo, che lo onoro e che l’ho sprecato, ma in passato, fino ad un certo punto, quando non lo avevo capito, quando avevo la presunzione spocchiosa della giovinezza.
Il tempo sta portando le rughe, ma sta curando le mie ferite.
Il tempo sta alleviando i dolori, ma non cancella i ricordi.
Io e lui ci siamo capiti, siamo diventati amici, e, come due amici, litighiamo e poi facciamo pace.
Lui ha capito le mie intenzioni: sa che non voglio sciuparlo.
E io ho capito le sue: vuole darmi delle possibilità ma deve correre e non può fermarsi.
L’ ultimo anno è stato pesantissimo: mi ha messo alla prova, non ne avevo mai, per me, per il relax, per leggere, per dormire. E allora, io l’ho investito, il tempo: nelle cose che amo, per perfezionarmi, per studiare, nei sentimenti, nelle persone , nelle cose che dovevo sistemare, o semplicemente, archiviare e provare a dimenticare.
E ho pianto, di stanchezza, di tristezza, di sfiducia e di felicità.
Perché il tempo è un po’ così: ti toglie, ti rende, ti prende, ti lascia, ti tira, ti lancia.
Ma se sarà buono con me, se mi lascerà margine per dedicarmi alle cose ed alle persone che amo, magari con un po’ più di fiato, io non lo sciuperò, non intenzionalmente.
Oggi sono 38, nel 2018 e ho comparto il mio primo antirughe.